FAQ

GRÈS PORCELLANATO

Quali sono le finiture del Grès Porcellanato?

La scelta della finitura dipende dall’uso che se ne vuole fare e dal gusto personale. In commercio si trovano forme e decorazioni adatte a soddisfare tutti i gusti e le esigenze.

GRÈS LUCIDO O LEVIGATO
Il grès, in origine rugoso e opaco, può diventare più liscio e lucido con particolari trattamenti di levigatura. Sono possibili diversi livelli intermedi fino a rendere la piastrella completamente lucida a specchio, che è la rifinitura più pregiata che esista. In particolare, questa finitura esalta le venature, in caso di grès effetto marmo, o il colore, oggi tornato di gran moda.

Le finiture levigate sono in generale più delicate, meno resistenti all’abrasione e temono l’umidità, che le rende scivolose. Non sono quindi indicate per pavimenti in ambienti umidi o di forte passaggio.

GRÈS LAPPATO
Si ottiene tramite lavorazione con spazzole a dischi diamantati fino ad ottenere una superficie mediamente lucida, dall’aspetto setoso e vellutato al tatto. La caratteristica peculiare della lappatura è la lucentezza, che la rende particolarmente adatta per l’impiego in ambienti di soggiorno.

GRÈS NATURALE O MATT
L’aspetto è grezzo e ruvido, anche in questo caso con diversi livelli intermedi, ma in generale è molto resistente e ha caratteristiche prestazionali superiori alle altre finiture. È antiscivolo anche da bagnato ed è molto resistente alle macchie. Queste caratteristiche lo rendono adatto ad applicazioni sia interne che esterne.

Che resistenza allo scivolamento ha?
È un requisito fondamentale in funzione della destinazione d’uso degli ambienti. La norma internazionale di riferimento è la DIN51130, che stabilisce i valori di riferimento R, che indicano il grado di scivolosità. I valori vanno da 9 a 13, anche se le piastrelle in commercio più comuni per uso residenziale eo equiparabile sono comprese tra 9 e 11.

R9 ADERENZA NORMALE
Adatta per luoghi pubblici, come ristoranti e mense, ambulatori e negozi, anche a traffico elevato come ospedali e scuole; nonché zone d’ingresso e scale con accesso dall’esterno.

R10 ADERENZA MEDIA
Indicata per pavimenti di servizi igienici, spogliatoi e docce; nonché garage e cantine.

R11 ADERENZA ELEVATA
Indicata per luoghi all’aperto come terrazze, giardini compresa la zona piscina. Sono ideali anche per ambienti adibiti a laboratori alimentari o luoghi di lavoro con elevata presenza di acqua, come le lavanderie

R12 ADERENZA FORTE
Consigliata in ambienti adibiti al trattamento di alimenti grassi, come le cucine professionali. In ambito residenziale per pavimentazione di rampe o scale esterne.

R13 ADERENZA MOLTO FORTE
Consigliata in ambienti molto umidi con caduta di liquidi anche diversa dall’acqua e più scivolosi (ad es. macelli). In ambito residenziale è indicata per rivestire pavimenti in forte pendenza (ad es. rampe garage), scale e camminamenti.

Negli ambienti residenziali interni è sufficiente una piastrella con coefficiente di attrito medio basso R9R10, mentre per gli ambienti residenziali esterni è necessario un coefficiente medio alto R10|R11, eccetto per le situazioni critiche, come le rampe di accesso dei garage, dove è meglio puntare su indici più elevati.

Come si pulisce il Grès Porcellanato?

Il grès porcellanato è un materiale a bassissima porosità e con elevata resistenza alle macchie; tuttavia, è fondamentale eseguire una corretta pulizia subito dopo la posa. Una rimozione tardiva o inadeguata dei residui di stuccatura delle fughe lascerà inevitabilmente aloni difficili da rimuovere. Inoltre sulla superficie del pavimento resterà un film cementizio che assorbirà ogni forma di sporco dando così l’impressione che sia il materiale a sporcarsi. Per sciogliere ed eliminare completamente i residui cementizi è necessario effettuare un lavaggio con prodotti acidi tamponati (acido ad azione controllata a base di acido solfammico e tensioattivi emulsionanti. A differenza dell’acido muriatico non emette vapori tossici ed è più sicuro per l’utilizzo) diluiti in acqua (secondo le istruzioni sulla confezione e provando prima su una superficie nascosta di alcuni mq o sua una piastrella di scorta) che dovranno essere totalmente e abbondantemente risciacquati in breve tempo, onde evitare che eventuali gocce o residui causino danni alle piastrelle. Dopo questo lavaggio è consigliabile eseguire un lavaggio basico o alcalino con un detersivo sgrassante. Questo perché il lavaggio acido può lasciare delle tracce di untuosità che contribuirebbero a trattenere lo sporco. Per la PULIZIA ORDINARIA si consiglia l’utilizzo di acqua e detergenti neutri. È assolutamente sconsigliato l’uso di prodotti inceranti, saponi oleosi, impregnanti o con additivi lucidanti o idro-repellenti. Oltre a non essere necessari depositano sul pavimento una patina che trattiene lo sporco impedendo una corretta pulizia. Per macchie particolari o particolarmente tenaci si rimanda alle schede tecniche dei singoli produttori.

Cosa significa rettificato?

Le piastrelle in grès porcellanato hanno prevalentemente due tipologie di bordo: NATURALE, derivato dalla formatura della pressa, e RETTIFICATO, cioè rettilineo, spesso leggermente bisellato. Questa squadratura consente di ottenere lati esattamente della medesima dimensione e, di conseguenza, una posa a giunto minimo, con le piastrelle accostate. Si precisa che la fuga è sempre necessaria per un minimo di 2 mm (Norma UNI11493). Dal punto di vista estetico piastrelle rettificate posate con giunto minimo 2 mm creano un effetto moderno, elegante e raffinato. Piastrelle non squadrate, o posate con fuga più larga (4/5 mm) creano un effetto più rustico o classico. Questa posa è per altro più indicata per i pavimenti esterni.

Quali sono gli schemi di posa?

Lo stile dello spazia varierà a seconda dello schema di posa utilizzato. I punti da prendere in considerazione sono: grandezza dell’ambiente, il tipo di sviluppo (ad. Es. ampio o ristretto, pareti in quadro o angoli irregolari, ecc.), la pianta dello spazio (quadrata, rettangolare, a L a C, irregolare, ecc.).

PAVIMENTI
Se l’ambiente è ampio è possibile optare per soluzioni originali e personalizzate, ad esempio scegliendo formati di diverso tipo o mescolando texture eo colori. Questi schemi devono però essere progettati accuratamente in anticipo sia per assicurare una perfetta resa, sia per evitare un’estetica confusionaria e sgradevole. In caso di locali già particolari per altri motivi (ad es. soffitti molto alti eo decorati, soffitti a volta o in travi di legno, ecc.) è consigliabile optare per schemi più classici e tradizionali. La soluzione più comune, e che si presta a molti materiali e stili differenti, è la posa dritta con le piastrelle disposte parallelamente ai lati della stanza. Si adatta particolarmente a spazi moderni, soprattutto in caso di grandi formati, e quando si vuole minimizzare la fuga. La posa diagonale con le piastrelle inclinate di 45° rispetto alla parete, è indicata quando i muri non sono in quadro tra loro in quanto elimina la percezione di irregolarità geometrica dello spazio. Nella posa a correre le piastrelle possono essere sia parallele alle pareti che inclinate di 45°, ma sono sfalsate tra loro. È lo schema di posa ideale per i formati rettangolari e in particolare per il grès effetto legno in formato a doghe. Sono infine possibili schemi di posa alternativi, che non hanno un nome preciso e nemmeno dei disegni da rispettare. Si tratta di usare le piastrelle in maniera creativa e personalizzata mischiando formati, texture e o colori in maniera armonica (ad es. doghe effetto legno e cementine o esagone) oppure creando effetti tridimensionali con disegni a cerchio o spirale.

RIVESTIMENTI
Gli schemi sono simili a quelli per i pavimenti, ma è ancora più importante tenere in considerazione l’arredo. Bagno e cucina sono i locali dove i rivestimenti sono fondamentali per proteggere le pareti ed è indispensabile trovare la soluzione giusta, che combini estetica e prestazione tecnica. Ovviamente il layout del rivestimento dovrà armonizzarsi con quello del pavimento evitando di creare troppa confusione mischiando schemi diversi.

MARMO E PIETRA NATURALE

Che differenza c’è tra marmo e granito?

Il granito ha generalmente origine vulcanica ed è composto prevalentemente da silicati. Presenta una struttura a grani, molto dura e compatta, che lo rende particolarmente resistente agli agenti atmosferici, all’usura e al calpestio. Analoghi ai graniti, anche se di composizione differente, sono i travertini, le pietre e il limestone. Il marmo deriva da processi metamorfici di rocce sedimentarie ed è costituito prevalentemente da carbonato di calcio. Ha pasta omogenea, ricca di cromie, con venature più o meno accentuate. Rispetto al granito è più sensibile agli acidi e assorbe più facilmente i liquidi, per cui è più adatto per impieghi interni. Per entrambi i materiali e possibile effettuare trattamenti professionali specifici idro-oleo repellenti per aumentare la resistenza all’assorbimento e alle macchie.

Come si puliscono le superfici in marmo e granito?

Per la pulizia quotidiana è sufficiente usare un panno morbido, acqua e un detergente naturale. Per evitare la formazione di aloni è importante rimuovere le macchie il prima possibile. In ambito domestico le macchie più comuni sono di tipo grasso e/o il calcare. Per le macchie di tipo grasso si consiglia di lavare subito con un detergente neutro ed eventualmente impiegare dell’acetone (quello per togliere lo smalto dalle unghie). Pur essendo un solvente molto forte non intacca la superficie dei marmi, anche quelli più delicati, e smacchia la maggior parte delle macchie grasse e dei residui superficiali. Va usato LOCALMENTE sulla parte interessata con un panno bianco o del cotone. ATTENZIONE i solventi intaccano l’eventuale trattamento antimacchia, che andrà rifatto. Per le macchie di calcare sulle superfici in marmo sono da evitare i prodotti anticalcare, che ne provocano la corrosione (i marmi lucidi in particolare si opacizzano), mentre i graniti possono essere lavati, senza esagerare, con i comuni anticalcare. Sul marmo si possono rimuovere le incrostazioni di calcare con un raschietto, facendo attenzione a non graffiare la superficie. A titolo preventivo si può utilizzare la cera, che serve anche in caso di aloni leggeri.

PARQUET E LAMINATO

Cosa significa Parquet prefinito?

Il parquet prefinito stratificato è costituito da elementi multistrato composti da uno strato nobile in legno massello (spessore minimo 2.5 mm) e uno o più strati in legno diverso (tipo betulla, abete, pioppo, ecc.). Le doghe vengono lavorate sui fianchi con incastro maschiofemmina, calibrate, levigate o spazzolate o piallate e finite a vernice o olio. La posa potrà essere incollata o flottante eccetto che per lo spessore 10 mm, per il quale la posa flottante è sconsigliata. Un parquet prefinito può tollerare fino a 3 rilevigature nel tempo.

Cosa significa scelta nel Parquet?

Il legno è un materiale naturale: differenze cromatiche e di fibratura rendono tutti gli elementi differenti tra loro. Le scelte del parquet passano da fibrature più ordinate (scelta AB o ABC), a fibrature più “mosse” (scelta CD – CDK) fino alle fibrature rustiche (scelta DE o CDE). Non si tratta di una classificazione qualitativa, ma di una eventuale preferenza per un effetto più classico o più rustico in armonia con la tipologia di abitazione.

Parquet verniciato o oliato?

Il parquet verniciato è più resistente alle macchie, al graffio e più pratico da pulire. La vernice (oggi sempre all’acqua effetto opaco o cerato) crea un un film superficiale la cui durata può arrivare a 20 anni in base all’usura. Il parquet oliato necessita di maggiore cura e manutenzione. L’olio non ricopre la superficie ma viene assorbito dalle fibre del legno, di conseguenza è necessario trattare periodicamente il pavimento con l’apposito prodotto. Con il tempo il pavimento assumerà un aspetto vissuto, perché l’olio lo impregnerà sempre più profondamente conferendogli luminosità e calore.

Che differenza c’è tra Parquet e laminato?

I pavimenti in laminato sono esteticamente simili al parquet, ma sono costituiti da un materiale di supporto derivato dal legno (come MDF, truciolare, HDF) e da una faccia di finitura in resina melaminica, che riproduce l’effetto del parquet (o anche di altri materiali). Il vantaggio è quello di unire dei costi contenuti a un risultato resistente e durevole nel tempo. La posa in opera flottante è veloce e può essere effettuata anche su un pavimento esistente. Per la loro resistenza i pavimenti in laminato sono adatti non solo agli ambienti residenziali, ma anche commerciali e ad alto calpestio. Attenzione: l’umidità è il nemico numero uno del laminato. Pur essendo più resistente rispetto ad un parquet, la superficie non assorbe acqua, l’umidità può passareattraverso gli incastri e arrivare al supporto in fibra di legno. Per questo motivo è bene valutare con attenzione la posa in locali come bagni e lavanderie o ambienti particolarmente umidi. I laminati con supporto in HDF sono i più stabili e resistenti all’umidità.

Che differenza c’è tra laminato e vinilico?

A differenza del laminato il pavimento vinilico non presenta alcuna parte in legno, bensì è costituito interamente da PVC. Il prodotto è composto da tre o quattro strati: strato di usura, piano decorativo, strato di supporto ed eventualmente materassino integrato, per uno spessore totale tra 3 e 57 mm (a seconda che sia o meno compreso il materassino). È adatto a tutti gli ambienti domestici, compresi quelli soggetti ad umidità e acqua (come bagni e cucine) e anche ad ambienti commerciali a più elevato calpestio. Nell’ambito dei pavimenti vinilici la categoria LVT è quella tecnologicamente più avanzata. Rispetto ai pavimenti in PVC classici possiedono maggiore qualità estetica (riproducono non solo l’effetto legno, ma anche pietra, cemento e marmo) e soprattutto maggiore resistenza. Il costo è leggermente più elevato rispetto al semplice PVC, ma la qualità è nettamente superiore e possono essere impiegati anche in contesti ricercati ed eleganti. Il bassissimo spessore unito a facilità e velocità di posa lo rendono ideale in caso di ristrutturazioni.